In questa guida spieghiamo come può avvenire la risoluzione del contratto di comodato d’uso e mettiamo a disposizione un fac simile di risoluzione del contratto di comodato d’uso da scaricare.
Risoluzione del Contratto di Comodato d’Uso
Ogni giorno vengono sottoscritti contratti di comodato con i quali una parte consegna all’altra un bene mobile o immobile, per fare in modo che se ne serva per un determinato periodo di tempo, con l’obbligo alla scadenza di rendere lo stesso bene.
Questo accordo viene stipulato in ambito privato ad esempio quando bisogna dare un appartamento oppure un’auto a un familiare, ma anche in contesti commerciali per consentire l’uso di macchinari e attrezzature a società o liberi professionisti.
Contratto di comodato – Aspetti generali
A norma dell’articolo 1803 del codice civile, il contratto di comodato prevede la presenza del comodante che consegna al comodatario una cosa mobile o immobile. Alla scadenza dell’accordo, sarà cura del comodatario restituire il bene ricevuto.
Quando l’accordo è a titolo gratuito la causa dell’accordo si fonda sullo spirito di liberalità e sul rapporto di fiducia che viene instaurato fra le parti. A questo proposito, gli elementi essenziali sono la consegna della cosa, l’obbligo della restituzione del bene alla scadenza, la durata limitata del godimento e la specifica destinazione d’uso.
Per il contratto di comodato d’uso gratuito non è necessario adottare la forma scritta, ma è sempre opportuno mettere nero su bianco quali sono gli obblighi e i diritti delle parti per evitare qualsiasi contestazione futura.
Nello specifico, gli obblighi del comodatario sono previsti dall’articolo 1804 del codice civile: consistono nel custodire e conservare la cosa con la stessa diligenza del buon padre di famiglia. Il comodatario potrà quindi servirsi del bene mobile o immobile ricevuto per l’utilizzo che viene determinato dal contratto o tenuto conto della natura stessa della cosa.
Bisogna poi fare presente che il comodatario non potrà concedere a terzi il condimento, salvo che ricorra una specifica pattuizione in tal senso con il comodante. Nel momento in cui gli obblighi di legge non vengono rispettati, il comodante avrà la facoltà di richiedere l’immediata restituzione del bene.
L’articolo 1805 del codice civile prevede che il comodatario diventa responsabile qualora il bene dovesse perire per caso fortuito a cui poteva sottrarlo sostituendo con la cosa propria, oppure se, potendo salvare uno dei due, ha preferito il proprio. Nell’ipotesi in cui il comodatario impieghi la cosa per un uso differente o per un lasso di tempo maggiore di quanto stabilito, sarà ritenuto responsabile della perdita avvenuta per cause a lui non imputabili.
In ogni caso è bene distinguere il caso del perimento dal deterioramento. Sul punto l’articolo 1807 del codice civile prevede che, se il bene dovesse deteriorarsi per il solo effetto dell’uso per cui è stato consegnato e senza alcuna colpa imputabile al comodatario, quest’ultimo non avrà alcuna responsabilità per l’avvenuto deterioramento.
Contratto di comodato – Rimborso spese, forma e durata
In linea generale, come già specificato, il contratto di comodato è, per sua stessa natura, quasi sempre gratuito ma nel settore immobiliare il comodante può richiedere al comodatario il rimborso dei costi ordinari sostenuti per assicurare l’utilizzo del bene. Basti solo pensare alle utenze come acqua, luce e gas, nonché agli oneri condominiali. Qualora venissero contemplati ulteriori importi, l’accordo potrebbe essere contemplato come locazione 4+4, con tutte le conseguenze che ne derivano dal punto di vista giuridico e fiscale.
Dal punto di vista della forma, invece, il contratto di comodato d’uso potrà essere stilato liberamente, per cui non sono previste particolari diciture da riportare obbligatoriamente per iscritto. Tutto ciò a condizione che non si rientri in una delle forme contrattuali previste dall’articolo 1350 del codice civile. In ogni caso la forma scritta è sempre da prediligere, in quanto sarà pienamente vincolante e farà venir meno problemi interpretativi futuri. Il contratto di comodato dovrà poi avere una data certa e per questo diventa indispensabile provvedere alla relativa registrazione presso l’Agenzia delle Entrate.
L’elemento caratterizzante l’accordo di comodato è poi la temporaneità, per cui la durata dell’accordo verrà stabilita dalle parti. In mancanza di un termine si configura un contratto precario, per cui il comodante potrà ottenere la restituzione della cosa da parte del comodatario in qualsiasi momento.
La registrazione
Un contratto di comodato d’uso può avere una forma scritta oppure si può concludere anche verbalmente. In quest’ultimo caso non c’è alcun obbligo di registrazione, ma è sempre consigliabile procedere con questa incombenza, specie se l’accordo ha come oggetto beni immobili o ricade nell’ambito commerciale.
La registrazione dovrà avvenire presso qualsiasi sportello dell’Agenzia delle Entrate e permette di attribuire al contratto una data certa, aspetto fondamentale ai fini probatori. All’atto della registrazione l’incaricato rilascerà una copia dell’atto debitamente timbrata e firmata.
Per effettuare la procedura serviranno tre copie del contratto, tutte firmate in ogni pagina, nonché il versamento telematico dell’imposta di bollo con data anteriore alla stipula. Occorre poi presentare il Modello 69 in duplice copia e il Modello F24 attestante l’avvenuto pagamento dell’imposta di registro, utilizzando gli appositi codici tributo.
Si precisa che il contratto di comodato d’uso di beni immobili, quando stipulato per iscritto, dovrà essere registrato entro 20 giorni dalla stipula. L’adempimento si rivela necessario anche al fine di usufruire delle agevolazioni di natura fiscale. La mancata registrazione comporta l’applicazione di sanzioni che potranno essere corrisposte in misura ridotta accedendo al ravvedimento operoso.
I casi di risoluzione
Come avviene con altri contratti, anche quello di comodato d’uso è soggetto alla risoluzione che può avvenire non solo alla scadenza fissata dalle parti, ma anche in un momento precedente.
La risoluzione anticipata ricorre per scadenza del termine o compimento dell’utilizzo, per recesso del comodante o dello stesso comodatario.
-Risoluzione per scadenza del termine o compimento dell’uso
Il primo caso in cui si verifica la risoluzione del comodato è sicuramente quello relativo all’avvenuta scadenza del termine stabilito dai contraenti. Nelle ipotesi in cui si fissa un termine e un uso, si ritiene che anche qualora la scadenza non si sia verificata ma l’utilizzo del bene si, quest’ultimo dovrà essere restituito.
-Risoluzione per recesso del comodante
Può accadere che, pur fissando una scadenza e un uso, il comodante possa recedere in via anticipata perché il comodatario non ha provveduto a conservare il bene mobile o immobile oggetto dell’accordo.
Il recesso del comodante potrà poi ricorrere se il comodatario, senza previo accordo, abbia concesso a terzi il godimento della cosa.
-Risoluzione per recesso del comodatario
Anche il comodatario, recedendo dal contratto, potrà determinare la risoluzione. A tal riguardo la legge non disciplina i casi in cui questo possa accadere, per questo si ritiene che ciò sia ammissibile nel momento in cui l’estinzione del rapporto non provochi eccessivi disagi al comodante.
Altre cose da sapere sulla risoluzione del contratto di comodato
Il contratto di comodato, disciplinato dagli articoli 1803 e seguenti del codice civile, ha quale oggetto la concessione di un bene mobile o immobile in godimento da parte del comodante nei confronti del comodatario. Quest’ultimo sarà poi tenuto a restituire la cosa alla scadenza.
Siamo quindi di fronte a un contratto tipico e reale, che si perfeziona nel momento in cui viene consegnata la cosa. La Cassazione ha inoltre riconosciuto la possibilità per il comodante di pretendere il pagamento periodico di un certo importo da parte del comodatario a titolo di rimborso spese, ad esempio per coprire i costi delle utenze. Ciò che viene versato dal comodatario dovrà essere di gran lunga inferiore al canone d’affitto, perché altrimenti la fattispecie potrebbe essere inquadrata quale locazione.
Abbiamo visto che il contratto di comodato non deve essere necessariamente registrato e può interessare qualsiasi tipo di bene, mobile e immobile. La sola categoria per la quale non è possibile stipulare questo accordo riguarda i beni consumabili, perché non potrebbero essere restituiti al comodante nelle medesime condizioni alle quali erano stati consegnati.
Ciò premesso, le parti contrattuali potrebbero comunque provvedere alla registrazione dell’atto presso l’Agenzia delle Entrate, specialmente quando si offre in godimento un bene immobile, anche al fine di scongiurare ogni problema con il fisco ed evitare che l’accordo possa essere considerato un affitto in nero. La procedura di registrazione comporta il versamento dell’imposta di registro e il pagamento delle marche da bollo ogni quattro facciate del contratto e in base al numero delle copie depositate, di cui una verrà lasciata in Agenzia.
I contratti di comodato possono o meno prevedere un termine e nel primo caso il comodatario sarà tenuto a rendere la cosa alla scadenza fissata. Potrebbe anche accadere, tuttavia, che questi volesse risolvere il contratto prima che maturi il termine. Si tratta di una facoltà ammessa dalla legge e per la quale non è previsto il versamento dell’imposta di registro, trattandosi di un contratto senza corrispettivo.
Il comodante sarà poi tenuto a rispettare il termine concordato, ma in mancanza di una scadenza potrà pretendere la restituzione della cosa dal comodatario dopo aver comunicato tale intenzione. In buona sostanza, il diritti di risolvere il contratto prima della scadenza è disciplinato solo nei riguardi del comodatario.
Tuttavia, la risoluzione contrattuale potrà essere avanzata anche dal comodante, ma limitatamente alle ipotesi di inadempienza contrattuale. Bisogna infatti ricordare che il comodatario è tenuto al mantenimento della cosa, per cui non potrà danneggiarla oppure lasciarla in uno stato di incuria.
Qualora il comodante dovesse verificare tali situazioni potrà quindi pretendere l’immediata restituzione del bene, anche prima della scadenza pattuita e, nel caso dovessero ricorrere i presupposti, è ammessa la richiesta per il risarcimento dei danni patiti.
Si pensi, per esempio, al contratto di comodato d’uso dietro il pagamento di un periodico rimborso spese oppure alla gestione del bene da parte del comodatario. Qualora quest’ultimo non dovesse provvedere al versamento dell’importo o si dovesse sottrarre all’obbligo di manutenzione della cosa, verrebbe meno alle obbligazioni assunte e il comodante avrebbe tutto il diritto di procedere alla risoluzione del contratto.
Modello Risoluzione del Contratto di Comodato d’Uso
Di seguito è possibile trovare un fac simile risoluzione contratto di comodato in formato Doc da scaricare e da utilizzare come esempio. La bozza di risoluzione contratto di comodato può essere modificata inserendo i dati delle parti e gli altri elementi mancanti, per poi essere convertita in formato PDF o stampata.