In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche del contratto di manutenzione impianto fotovoltaico e mettiamo a disposizione un fac simile di contratto da scaricare.
Contratto di Manutenzione Impianto Fotovoltaico
Il contratto di manutenzione per impianto fotovoltaico può risultare un argomento ostico, incerto, in grado di suscitare diversi dubbi e domande. Il tutto nasce dall’esigenza di ottenere una cosiddetto impianto fotovoltaico. Ma perché installarlo e dunque saperne di più sul relativo contratto? In primo luogo, l’impianto fotovoltaico è in grado di donare vantaggi assai rilevanti: primo fra tutti un notevole risparmio quando si parla di risparmio sulla bolletta.
L’impianto in questione, invero, può considerarsi oltremodo capace di soddisfare una bella fetta di fabbisogno complessivo, in termini di energia di tipo elettrico, di un ambiente o di un edificio vero e proprio.
Quanto appena descritto risulta tuttavia fattibile nelle circostanze in cui si ha una buona e periodica manutenzione della struttura fotovoltaica. In sostanza, l’impianto ha bisogno di essere curato. Per tali ragioni, sottoscrivere apposito contratto di manutenzione per impianto fotovoltaico, e conoscere tutto quanto è necessario a riguardo, è assai fondamentale.
Ma entriamo subito nel vivo dell’argomento e vediamo cosa occorre sapere sul tema.
Prima di passare al contratto di manutenzione per impianto fotovoltaico è necessaria una premessa volta a meglio comprendere cosa s’intende, appunto, per manutenzione della struttura in parola. Molto semplicemente, effettuare la manutenzione dell’impianto fotovoltaico s’intende porre in essere, in maniera periodica, un controllo accurato circa il suo funzionamento. Lo scopo di tutto questo non è altro, infatti, che accertarsi che detto impianto sia in grado di generare una quantità di energia che potremmo definire massima.
La manutenzione in esame può avvenire sulla base di un calendario ben preciso, che quindi programmerà i vari interventi (in questo caso si parla di manutenzione di tipo programmato, essendo già prestabilita in anticipo). Oppure la manutenzione dell’impianto fotovoltaico può non seguire affatto una programmazione, cosa che generalmente avviene nelle situazioni di avaria, oppure a seguito di uno o più danni di differente natura.
A ciò si aggiunge che esistono due distinti modi per inquadrare il tipo di manutenzione che è possibile porre in essere su un impianto fotovoltaico: ordinaria oppure straordinaria. Trattasi di una differenza non che non sarebbe corretto delineare come radicale, ma che comunque si basa su determinate caratteristiche e peculiarità.
Parlando della manutenzione di genere ordinario, questa fa riferimento ad ogni tipologia di intervento che ha come scopo quello di rallentare, o comunque limitare il più possibile, il degrado dell’impianto.
Trattasi, in sostanza, di lavori che generalmente vengono considerati di entità assai modesta, in cui la struttura tipica dell’impianto di fotovoltaico non subisce in alcun modo alterazioni rilevanti.
Sempre parlando della manutenzione ordinaria, è possibile distinguerla in manutenzione ordinaria elettrica o meno. Per fare un esempio concreto, interventi di questo tipo possono essere inerenti alla pulizia di quelli che vengono definiti i pannelli della struttura, la valutazione dei sostegni dell’impianto fotovoltaico, la verifica sui cavi e sui cosiddetti connettori, la quale potrebbe poi condurre ad una sostituzione degli stessi giacché eccessivamente soggetti ad usura.
Non soltanto: quando si pone in essere la manutenzione di tipo ordinario, di solito si valutando i moduli dotati di termocamera. Ma cosa s’intende esattamente con il termine termocamera? In sostanza, altro non è che uno strumento che permette di rilevare, in assenza di contatti di qualunque genere, l’energia di genere termico che viene irradiata direttamente dai vari pannelli. Oltre a scovare la sussistenza degli eventuali punti di calore (comunemente chiamati anche “hot” spot) presenti sui moduli, in particolare sulla loro superficie. Trattasi, in altre parole, di una conseguenza di natura degenerativa, la cui causa è imputabile, di solito, al cosiddetto ombreggiamento, oppure e cosa più probabile, alla sporcizia. La conseguenza è un riscaldamento eccessivo della cella su cui grava la problematica, la quale può arrivare a toccare all’incirca i cento gradi centigradi.
Inutile dire che una situazione di questo tipo, oltre ad inficiare l’efficienza della struttura, provoca anche il rischio di un potenziale e pericoloso incendio. Tutto ciò è dovuto dal fatto che, se una materia infiammabile trova contatto con l’hot spot, allora è possibile che il modulo funga da innesco e provochi, appunto, un incendio. Ragion per cui, controllare l’impianto fotovoltaico almeno una volta l’anno, è indispensabile per evitare rischi e problemi del genere. Oltre al fatto che è bene che la manutenzione di tipo ordinario sia sempre posta in essere da esperti del settore, che eseguano quanto necessario sulla base di quanto indicato all’interno le Decreto Ministeriale numero 37 del 2008, il quale detta apposita normativa in materia.
Parlando invece della manutenzione straordinaria, in essa è possibile racchiudere tutti quegli interventi che vengono indirizzati verso le parti cosiddette principali della struttura fotovoltaica. Mediante simili operazioni, infatti, vengono concretamente rimpiazzate, oppure rinnovate, le parti considerate attive dell’impianto, con lo scopo di aumentarne la produttività (e non soltanto).
In ogni caso, si ricorre alla manutenzione di tipo straordinario qualora, dopo aver visionato il portale relativo al monitoraggio della struttura, viene scoperta un’avaria, un guasto di qualche genere oppure una diminuzione in relazione alla produzione di energia. La finalità dell’intervento è quindi quella di far sì che l’impianto fotovoltaico venga riportato alla sua corretta e tipica funzionalità. Per meglio comprendere: in simili circostanze il tecnico installatore va direttamente sul sito in modo tale che possa effettuare un vero e proprio sopralluogo e, dopo aver espletato dovuta diagnosi, fornisce una motivazione (dunque ne spiega le cause) e le modalità di risoluzione della problematica in questione.
Detta manutenzione è diversa da altre operazioni perché richiede determinati e specifici strumenti, e per via del fatto che la mole di procedure che è possibile attivare risulta nettamente superiore. Per fare un esempio concreto: ci si avvale di una cosiddetta autoccarrata nei casi in cui è necessario porre in essere determinate sostituzioni di specifici pannelli, per i quali, peraltro, è complicato lavorare in copertura.
Di norma, l’impresa che offre i servizi relativi alla manutenzione dell’impianto fotovoltaico, dà anche sostegno di tipo burocratico, ed in particolare con enti appositi. Tra questi possiamo trova il GSE (acronimo di Gestore dei “Servizi” Energetici), il Gestore “di Rete” e, da ultimo, la cosiddetta Agenzia delle “Dogane” (qualora si tratti di una struttura dotata di una potenza che superi i venti KW).
Venendo adesso al contratto di manutenzione per impianto fotovoltaico, esso è un vero a proprio atto volto a delineare in modo chiaro e precisi quelli che sono i diritti (ma anche i doveri) che sorgono tra l’impresa che eroga i servizi relativi alla manutenzione della struttura e il cliente.
In linea generale, è opportuno sapere che sottoscrivere un contratto del genere consente di stare nettamente più tranquilli. In altre parole, esso permette di ottenere una valutazione, e dunque un controllo, competente sull’impianto fotovoltaico.
Il contratto di manutenzione per impianto fotovoltaico dovrebbe essere così composto: un preambolo, anche scritto in maniera stringata ed esaustiva, che indichi lo scopo dello stesso; il tipo di manutenzione dell’impianto scelta; l’enunciazione della normativa di riferimento, in vigore al momento della stipula dell’atto e inerente al tema; il modo in cui viene delineato il costo della strumentazione, nonché delle parti che non sono indicate nel contratto; l’impresa incaricata di fornire i vari materiali utili per la manutenzione; l’espresso divieto riguardante il sub-appalto di ogni lavoro; le date, o comunque i periodi dei controlli da effettuare; gli obblighi aventi finalità di riservatezza; il limite massimo di risarcimento previsto qualora si verifichino dei danni; le modalità di funzionamento delle assicurazioni, se previste.
Di norma, sottoscrivere un contratto di manutenzione per impianto fotovoltaico corrisponde al far sì che venga posta in essere un’attività che necessita una certa costanza, quantomeno in relazione al monitoraggio della struttura stessa. E questa è senz’altro la prima cosa da fare per precedere e prevenire eventuali problematiche.
A ciò si aggiunge che con detto contratto vengono stabiliti e programmati determinate tipologie di manutenzione di genere ordinario. Generalmente, vengono ricompresi all’interno dell’atto i compiti inerenti alla pulizia dei cosiddetti pannelli, la valutazione dell’efficienza dell’impianto fotovoltaico, la verifica dei bulloni (ed eventualmente l’attività di serraggio degli stessi). In più, incluso all’interno del contratto di manutenzione per impianto fotovoltaico di solito è anche il monitoraggio degli apparecchi di tipo elettrico, dei collegamenti degli stessi, oltre a apposite prove circa le modalità di funzionamento di quelli che vengono definiti interruttori “di protezione”.
Un contratto di manutenzione di tipo ordinario dell’impianto ordinario, in ogni caso, comprende indubbiamente: un accurato controllo dei sopracitati serraggio dei bulloni, della resistenza del vetro riguardante i moduli “solari”, dei cavi e dello scatolame di giunzione, oltre alla pulizia dell’apparecchio, alle prove riguardanti la funzionalità dell’impianto e alla valutazione circa la produttività dello stesso in relazione al cosiddetto “irraggiamento” immediato.
Se si parla poi di pulizia, è bene che questa avvenga mediante macchine definite idropulitrici, in modo tale da garantire che i pannelli siano liberi dalla sporcizia (quale potrebbe essere, ad esempio, la polvere, l’inquinamento, il deposito di foglie e così via). Circostanza che potrebbe far sì che l’impianto fotovoltaico perda all’incirca il venticinque per cento della sua efficienza. Per non parlare dei danni di tipo economico, di eventuali incendi e altri rischi del genere.
In sostanza, questo genere di pulizia evita diversi grattacapi e può essere intesa come un vero e proprio investimento futuro, da effettuarsi di anno in anno.
Abbiamo già accennato al fatto che la manutenzione di genere straordinario dell’impianto include quelle attività inerenti al cambiamento delle componenti fondamentali dell’impianto fotovoltaico. Il cosiddetto inverter, che è il fulcro della struttura, è la parte dello stesso sul quale deve essere eseguita con maggiore costanza la manutenzione in questione.
Vengono considerate attività di manutenzione straordinaria anche: lo spostamento dei cosiddetti moduli “fotovoltaici”, l’inserimento di batterie per “accumulo” e la maggiorazione della potenza della struttura fotovoltaica.
In ogni caso, è opportuno tenere a mente che la manutenzione non è considerata obbligatoria, bensì consigliata, per quegli impianti che non superino la potenzia degli undici kW circa (per l’esattezza 11,08 KW). Per tutti gli altri, invece, vige l’obbligo di una valutazione dei sistemi chiamati di interfaccia tra il sopracitato inverter e “rete” che siano connessi. Il tutto disciplinato dalla delibera numero 78 del 2016 emanata dall’Autorità per “L’Energia” Elettrica.
La revisione della cosiddetta interfaccia, in particolare, deve essere posta in essere a cadenza di cinque anni. I tecnici incaricati dei lavori sono poi obbligati a rilasciare una relazione sottoscritta, da far avere poi a colui che gestisce la rete. Qualora ciò non dovesse avvenire, detto gestore può agevolmente porre in essere una sospensiva degli incentivi, nonché ad un distaccamento della struttura fotovoltaica.
Tenere sotto monitoraggio costante l’impianto fotovoltaico, sottoscrivendo apposito contratto è, in definitiva, utile sotto moltissimi punti di vista.
I più recenti inverter danno, ad esempio la possibilità di controllare tutto il giorno la produzione della struttura, grazie ad applicazioni oppure a dispositivi digitali. In seduta stante è possibile valutare la quantità di energia che viene prodotta, adoperata e via dicendo.
Non vi è una vera e propria regola per comprendere quando è necessario sottoscrivere un contratto di manutenzione per l’impianto fotovoltaico. In generale, e come più volte affermato nell’ambito di questo articolo è assolutamente consigliato onde evitare problematiche serie e dispendiose. Tutto ciò è indicato per le strutture fotovoltaiche di grandi o piccole dimensioni, anche se, relativamente alla specifica assistenza, questa varia a seconda della grandezza dell’impianto.
In ogni caso, qualora gli impianti siano superiori ai venti KW è necessario stipulare un atto di questo tipo, giacché i rischi che si verificano determinate anomalie sono più elevati.
Differenti le cose per tutti quegli impianti considerati di piccole dimensioni, ove le avarie vengono reputate decisamente rare rispetto agli altri. Anche se comunque, anche in tal caso, è sempre bene effettuare delle verifiche periodiche, giusto per verificare che tutto quanto sia in regola.
Parlando adesso dell’Imposta sul Valore Aggiunto, anche in proposito sussistono spesso dubbi e domande. In particolare, si ha la tendenza a chiedersi quale sia la percentuale di IVA applicabile sulle attività di manutenzione dell’impianto fotovoltaico. La risposta può essere variabile, perché dipende molto dalla tipologia di manutenzione. In particolare, l’Imposta sul Valore Aggiunto sarà calcolata nella misura del ventidue per cento per i lavori relativi alla pulizia dei cosiddetti moduli, nonché, in generale, sulle operazioni di manutenzione ordinaria. L’Imposta sul Valore Aggiunto sarà invece del dieci per cento, qualora si debba comprare inverter oppure altri pezzi di ricambio dell’impianto fotovoltaico.
Posto quanto sopra, ulteriori incertezze sul tema riguardano la comunicazione dei sopracitati lavori, e, nella specie, a chi questa deve necessariamente essere rivolta.
Ebbene, delle operazioni inerenti alla manutenzione dell’impianto fotovoltaico si deve dare comunicazione al già citato GSE qualora si tratti di lavori che vanno ad apportare delle rettifiche di una certa rilevanza alla struttura fotovoltaica.
Entrando maggiormente nei dettagli, il GSE ha la piena facoltà di effettuare un controllo (e questo può avvenire sempre nel corso del cosiddetto periodo di “incentivazione”) sull’impianto fotovoltaico, ovverosia verificare che lo stesso sia in possesso di tutti quei requisiti affinché gli incentivi siano mantenuti.
Nelle ipotesi in cui venissero cambiati dei pezzi rilevanti dell’impianto, quali ad esempio l’inverter oppure i cosiddetti moduli, dell’attività in questione dev’essere data notizia non oltre sessanta giorni dalla loro ultimazione.
Nel caso in vece in cui si parli di manutenzione ordinaria, l’obbligo non sussiste.
Fac Simile Contratto di Manutenzione Impianto Fotovoltaico
Di seguito è possibile trovare un fac simile contratto di manutenzione impianto fotovoltaico in formato Doc da scaricare e da utilizzare come esempio. La bozza di contratto di manutenzione impianto fotovoltaico può essere modificata inserendo i dati delle parti e gli altri elementi contrattuali mancanti, per poi essere convertita in formato PDF o stampata.